7 ottobre 2016

Sette anni nel calcio poi due lauree, l'ex Palermo Gattuso: 'Nessun compromesso con questo mondo sporco'


Settembre scorso è stato un mese nero per l’immagine del calcio italiano. L’eco delle parole di Filippo Cardelli e di Moreno Beretta non si è ancora spenta. Il 18enne difensore della Lazio Primavera e il 23enne attaccante ex Sampdoria hanno deciso di lasciare il calcio e di farlo, non senza ragione, denunciando alcuni dei mali di questo mondo. Sono inquantificabili i ragazzi che in passato hanno compiuto la stessa identica scelta, pur avendo le possibilità e le capacità di proseguire la propria, ancora acerba, carriera da calciatore. Uno di questi è Ignazio Gattuso, ex trequartista, sette anni nel settore giovanile del Palermo. Era luglio 2011 quando, dopo aver fatto tutta la trafila nelle giovanili rosanero, quando il classe ’92 lasciò la sua città per effettuare un periodo di prova co i belgi del Lierse: "Quell'estate segnó per me la fine di un percorso. In Belgio non andò benissimo e, senza avvertire il mio procuratore di allora, decisi di tornare in Italia, dove pochi mesi prima avevo rifiutato di firmare il pre-contratto con il Palermo - ricorda Gattuso -. Era già fine agosto e le prospettive che mi si aprivano di fronte non erano quelle da me auspicate. Arrivarono diverse offerte provenienti da squadre di Lega Pro, ma le mie ambizioni erano altre. Penso che una delle caratteristiche che mi ha sempre contraddistinto, sia quella di non scendere a compromessi con nessuno e, probabilmente, questa mia qualità, in un mondo sporco come quello del calcio, pieno di gente falsa, truffaldina e senza scrupoli, mi è costata cara".

Eppure in quell’ultima stagione con la Primavera siciliana fece vedere ottime cose e si mise in mostra, tanto da guadagnarsi la considerazione di Delio Rossi, che lo faceva spesso allenare con la prima squadra e lo convocò addirittura per una trasferta di Europa League (a Losanna). Ma ciò non bastò affinché le strade non si dividessero. E da parte sua Gattuso, intervistato in esclusiva per IlSolito Calcio, confessa di non avere nostalgia di quel periodo: "Sarò sincero: della società del Palermo ho un bruttissimo ricordo. Premettendo che l'amore che provo verso la città e verso quei colori, tutt'ora, è immenso, non posso negare però che la mia esperienza sia stata fortemente negativa. Durante la mia trafila nel settore giovanile ho avuto degli allenatori che degli educatori avevano ben poco. E io ritengo che dagli 11 ai 15 anni i tecnici debbano essere soprattutto dei bravi maestri di vita. Poi, purtroppo, ho letto spesso sui giornali di come la malavita trovi in Italia terreno fertile nel settore calcistico. Il calcio viene infatti considerato l'unica via di emancipazione da tante persone che vivono nel bisogno e nell'ignoranza. Il mondo del calcio mi ha formato però caratterialmente e ha contribuito alla mia crescita umana. Se dovessi tornare indietro, però, ascolterei i miei genitori e non andrei a giocare nel settore giovanile del Palermo calcio di allora", ammette.

Nonostante tutto questo il ventiquattrenne è rimasto comunque legato a diversi suoi ex compagni di squadra, alcuni ancora oggi calciatori ed altri no: "Del mondo del calcio sono rimasto in contatto con tanti ragazzi per bene, c'erano anche quelli ovviamente. Con loro mi sento ancora oggi. Sono dispiaciuto per tutti coloro che, come me, sono stati schiacciati da un sistema corrotto e che oggi non giocano più oppure si ritrovano a giocare in categorie che non gli appartengono. Un nome su tutti: “Se devo fare un appunto positivo per un ragazzo con cui ho condiviso tutta la trafila del settore giovanile e che seguo sempre con interesse, lo faccio per Francesco Ardizzone. Lui è uno di quelli caparbi che ha saputo andare oltre le tante difficoltà e oggi si ritrova a giocare meritatamente in Serie B con la Pro Vercelli".

Torniamo al 2011: Ignazio non perde tempo e decide di iniziare il percorso universitario, sempre a Palermo. Si laurea in ‘Scienze della comunicazione’ con 110 e lode e si trasferisce a Roma. Nella capitale si iscrive all'università La Sapienza, dove, tra le altre cose, ha anche vinto una borsa di studio. Ora sta per laurearsi in ‘Organizzazione e marketing per la comunicazione d’impresa’ (la seduta di laurea è fissata tra 12 giorni e il 110 è già assicurato). Nel frattempo si è dedicato anche alla politica fondando un nuovo movimento civico, Lideanuova, e all'organizzazione di eventi come seminari e convegni a sfondo culturale e politico. Insomma, si è dato parecchio da fare. E i sette anni passati ad inseguire un pallone non sono stati inutili: "Sicuramente, come dicevo prima, il calcio mi ha dato tanto sotto il profilo umano. Sono dell'idea che chi cresce in quell'ambiente è davvero preparato ad affrontare tante ingiustizie. Ecco, io ritengo che in tutti i settori in Italia vi sia bisogno di una rivoluzione culturale. Bisognerebbe mettere al primo posto la meritocrazia e cercare di combattere fenomeni che rallentano la crescita del Paese come corruzione e clientelismi. Il calcio in particolare, come apprendo sempre dai giornali dalle varie inchieste tra cui quella relativa al calcioscommesse, penso sia uno dei settori più inquinati. D'altronde, quando girano tanti soldi e ci sono in ballo tanti interessi e i controlli sono pochi, non può che essere così", afferma.

Infine, Ignazio Gattuso manda un messaggio molto chiaro a tutti quei giovani che hanno paura di abbandonare il calcio perché temono di non trovare fortuna altrove: "Comprendo benissimo come diventare calciatore sia il sogno di molti bambini. I calciatori sono dei privilegiati: hanno fama, successo e tanti soldi. Però nella vita bisogna sempre camminare a testa alta. Io, grazie anche all'apporto dei miei genitori, ho fatto la scelta di abbandonare quel mondo e in questi cinque anni ho avuto tante soddisfazioni, tra cui due lauree col massimo dei voti, la nomina ad assistente universitario per la materia Teorie e Tecniche della Comunicazione pubblica all'Università di Palermo e la fondazione del movimento Lideanuova che mi permette di coltivare l'altra mia grande passione: la politica. Bisogna avere la capacità di crearsi altre prospettive di vita e cercare successo altrove, perché da una grande delusione, a volte, si possono trovare le forze per raggiungere grandi traguardi, con impegno e soprattutto onestà". Un messaggio che non si può non condividere.

Luca Iannone

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